"Il viaggio del Guerrin Meschino"

tratto da Andrea da Barberino


Composizioni vocali di Miriam Palma

voce cantante e recitante


Rinaldo Clementi  voce recitante



Ensamble "Suite Siciliana"


Chitarra classica Gabriele Giannotta

Contrabbasso Michele Ciringione

Mandolino Emanuele Buzi

Mandolino Nino Giannotta

 



Coro

Germana Salone, Daniela Mollica, Giulia Cosimi, Cristina Arena, Anna Maria Costantino, Alessandra Russo, Cristina Barcellona, Francesca Leone, Simona Riolo, Natalia Rita La Scala, Gabriella Gargano, Camillo Amalfi, Manfredi Caruso, Francesco Pillitteri, Elio Cigna.

 

Light design and sound

Gano Scancarello

 

Costumi e apparati per la scena,

grafica editoriale di Sergio Pausig

 Assistente per i costumi Debora Viglia


Regia di

Miriam Palma

 


Museo Internazionale delle Marionette

''Antonio Pasqualino''

Piazzetta Antonio Pasqualino Palermo


30.12.2014  H. 21.00

 



Le prime notizie sul Guerrino, intorno al 1473, ci arrivano da Andrea da Barberino che ne scrisse in versi le vicende. In modo molto sintetico sarà brevemente illustrata la trama per dare un punto di riferimento allo spettatore affinché si possa perdere, per poi ritrovarsi e gustare meglio lo spettacolo. L’antefatto: Milone principe di Taranto si innamorò di Fenisia per sola fama, ma lei era di religione diversa e così, nonostante Milone avesse chiesto la mano ai fratelli di lei, questi reagirono con una risposta di beffe, e cosi fu guerra fra turchi e cristiani. Fenisia fu presa da Milone e dalla loro unione nacque il Guerrino che, con il modo di serrare i pugni, già mostrava un fare d’imperio. Vivevano in un sogno, ma fu un sogno di breve fiato poichè i fratelli di Fenisia si vendicarono e misero a ferro e a fuoco la città. Milone e Fenisia vennero fatti prigionieri, il Guerrino fu rapito e portato su una nave assieme alla nutrice Sefferra che poi venne buttata ai pesci perché troppo querula e vecchia, il Guerrino venne venduto al mercato di Salonicco e fu acquistato da Epidonio, per farne dono alla moglie sterile in Costantinopoli. Là crebbe forte, audace e gentile, ma in cor suo un unico desiderio lo dilaniava, quello di trovare chi lo generò. Si sentiva un albero senza radice e giurò di battere terra e mare alla ricerca dei suoi genitori. Qui si cominciano a snocciolare varie vicende: l’amore per Elisena, l’incontro con esseri inverosimili della natura che lo disorientano e lo indirizzano altrove, l’incontro con mostri incredibili, l’incontro con Babele che parla tutte le lingue e nessuna ne parla, etc.... A questo punto non ha importanza se Guerrino trova o meno i suoi genitori (li troverà, ma questo non è significativo per l’opera). Guerrino, metafora di un dramma in corso, del dramma dell’esodo di migliaia di persone che fuggono dalle dittature, dalle guerre, dalla povertà alla ricerca di un paese che li possa accogliere senza riserve e dove finalmente vivere integralmente la pienezza della dignità umana.

Miriam Palma















Quanto ci assomigli Guerrin Meschino è stato tratteggiato al meglio da Gesualdo Bufalino.

 

Quanto assomigli il Guerrino di Miriam Palma ai suoi predecessori vedremo sulla scena nella sua opera più epica. Ma certo, rimarrà sempre nella memoria quella vulgata che sta, in Bufalino, alla vicenda del vecchio puparo come a noi della vita: in costante bilico tra eroismo e disincanto, fantasmagoria e lamento, nel teatro interiore e di strada che è la vita vissuta da ciascheduno. Tale accordo di toni poetici fa dell’opera di Bufalino, ai miei occhi, uno dei momenti più alti nella letteratura italiana del novecento, ed in certo qual modo l’impresa “eroica” di Palma/Pausig si preannuncia, parimenti, mitopoietica.

 

Ricondurre alla memoria Guerrino è, come giustamente lei dice in premessa, “metafora di un dramma in corso”, il tentativo di riportare a dignità umana le gesta dei migranti, consapevoli di quanto essi ancora siano omerici e fondanti per la nostra civiltà. La costumistica ideata da Sergio Pausig lo veste di un eroismo sognato, fiabesco, levantino; essa ricorda l’avanguardismo di Leon Bakst: un orientalismo compreso, “come armonia d’arco e di lira”, tra mondo ottomano, Africa orientale e sud est asiatico. Potrebbe aver visto il nostro Guerrino così acconciato, Corto Maltese in una delle sue Etiopiche, o nelle Ballate dei mari del sud. E nel vederlo egli avrebbe, con una sigaretta kretek tra le labbra, di sottécchi, sorriso amaramente in silenzio, come noi dalla sala.

 

 

Vittorio Ugo Vicari

Storico della moda e del costume di scena

26.12.2014

 

 

 

 

 


Centro di vocalità canto teatro


“ Il Corpo della voce”

diretto da Miriam Palma,


presenta


“Il viaggio del Guerrino detto il Meschino” finanziato dal Comune di Palermo e ospitato dal Museo Internazionale delle Marionette

A. Pasqualino di Palermo

 

30.12.2014 ore 21.00

 

 

Operina vocale

 

 

“Il Viaggio del Guerrino detto il Meschino”

Composizione corale tra canto, recitazione, suono, parola, applicazioni dell'arte per i costumi, ispirata al Guerrin Meschino di Andrea da Barberino Venezia 1473, lo spettacolo ha in sé una grande forza evocativa e ricorda a tratti la tragedia greca, “ma non senza malizie moderne”




Gli elementi che caratterizzano questo spettacolo sono: la semplicità, il corpo dell’attore, la voce, il canto solista e corale, che a tratti rievocano i quadri del cantastorie, tessuti assieme come un tappeto sonoro, che danno forma alla trama e al disegno delle vicende narrate e cantate. Questo aspetto è uno degli elementi che caratterizza e dà originalità al lavoro essendo stato motivo di ricerca espressiva.

 

 

Ideazione, composizione, conduzione laboratorio, regia di Miriam Palma